L’analisi tecnica tradizionale, quella spiegata dalla letteratura sulle strategie operative e riguardanti le tecniche d’intervento nei mercati finanziari, costituisce un elemento essenziale per ogni investitore che voglia cimentarsi nella speculazione di titoli, commodity e valute.
Tuttavia, da altri testi, talvolta di scadente fattura, dai media e da alcune pubblicità su internet, viene spesso diffusa l’idea che la conoscenza delle principali figure tecniche sia la strada maestra per la realizzazione di mirabolanti profitti finanziari.
I traders formati dalle società di investimento sono invece di parere diverso e sanno che il mercato risponde ad una quantità superiore di variabili che non sono sintetizzate e riassumibili dai patterns, dalle formazioni grafiche e dai fondamentali dei macro e microsistemi.
In pratica, il fatto di aver acquisito la comprensione delle configurazioni classiche dell’analisi tradizionale non è affatto garanzia di profitti di lungo termine.
La realizzazione di plusvalenze finanziarie connessa ad una giustificazione esclusivamente tecnica è assolutamente insufficiente per una analisi previsionale accurata del titolo e dello strumento finanziario, inoltre diminuisce le probabilità di guadagni costanti nel tempo, e limita il trading ad un’attività prossima alla casualità, ostaggio del caos delle negoziazioni.
Le formazioni grafiche sono importanti, e non basta avere consapevolezza del come si individua una dinamica dei prezzi, ma serve anche capire dove essa trovi ragione.
In sintesi, equipaggiare il proprio bagaglio culturale con una munita serie di dati grafici, capendo anche perché un pattern è sostenuto dagli acquirenti e dai venditori, sono i riferimenti comuni dell’operatore professionista.
Fonte: Che Forex